mercoledì 16 giugno 2010

Il pozzo dell'anima - 11

Bea chiamò Emma per convincerla a pranzare insieme, al terzo diniego abbozzò e decise di andare da sola. La giornata prometteva bene, salì sullo scooter e sfidò il traffico dell'ora di punta, parcheggiò dietro alla questura ed entrò nel palazzo; cercò di ricordare quale corridoio prendere per raggiungere l'ufficio di Adriano e si presentò senza farsi annunciare. L'accolse Umberto, un agente che conosceva da prima che Adriano e Vittoria si mettessero insieme.
- Bea, che ci fai qui?E' una vita che non ti vedo!
- ero da queste parti e ho pensato di venire a fare un saluto a Adriano.
- l'hai mancato per una manciata di minuti. E' uscito a pranzo con una collega. Come stai? lavoro, casa, tennis? tutto bene?
- sì grazie, lavoro sempre nello stesso posto, a casa tutto normale, mi sono qualificata alle regionali, non mi lamento, voi, i bimbi?
- crescono a velocità impensabile, devo fotografarli prima di venire al lavoro, perchè a fine giornata sono diversi!
- loro diventano grandi e noi invecchiamo! Tua moglie come se la passa? non ricordo di averla incrociata.
- è scoppiata, due gemelli da seguire è roba tosta!
- oh immagino, salutala da parte mia.
- non mancherò.
- a proposito, Adriano, come sta?
- lo conosci, è un duro.
- Umberto, sono Bea, parla onestamente.
- fino ad una settimana fa ti avrei detto "sotto un treno", adesso sembra che...
- un momento, con chi hai detto che è uscito a pranzo?
- non l'ho detto, comunque è una collega...
- fammi indovinare, Sabrina?
- lei! ma non credo che ci sia...
- hai capito quella, il cadavere è ancora caldo...
- per favore, non parlare di cadaveri qui in questura! comunque non c'è niente tra loro, per ora...
- dove pranza di solito?
- in mensa, oggi però è andato alla galleria commerciale perchè doveva fare spese.
- grazie Umberto, scappo! saluta a casa.
Bea si dissolse lasciando Umberto interdetto. Di lì a poco squillò nuovamente il telefono di Emma, che rassegnata accettò di raggiungere l'amica al centro commerciale.

***

A diversi km di distanza Carla era appena arrivata sul lago a trovare i genitori. Il padre leggeva il giornale mentre la madre riposava quieta. Li osservò e le sfuggì una lacrima rotonda, come una sottile perla di vetro. Erano invecchiati tutto d'un colpo oppure era stata così lontana da non accorgersene? Il lavoro, guadagnato faticosamente, le aveva garantito sicurezza finanziaria, soddisfazioni personali e la carriera in rapida ascensione aveva contribuito a nutrire il suo ego, ma a quale prezzo? Meditò sul fatto di prendere un periodo di aspettativa per stare vicino alla famiglia e non perdere neppure un attimo del poco tempo che restava alla madre, colpita prematuramente da una forma di demenza senile. Si sedette accanto al letto, le prese la mano e chiuse gli occhi, per ricordare.

5 commenti:

  1. Particina di passaggio... Continuo a seguire le vicende... è molto meglio di un posto al sole.

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  2. ancora ancora ancora ne sono drogata , come di karma del resto ancora ancora ancora

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  3. Una mazzzata alla marpiona e laccrimuccia per Carla...cavolo mi sto affezionando!!!

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  4. il mio primo amore si chiamava Umberto, sarà un segno?!

    ps. adoro anch'io scarpe e borse anche se sono mamma di due pesti e mi piacerebbe anche il terzo...l'unico compromesso sono scesa dal tacco 12 al 5/6 (nobile compromesso direi)

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  5. che bello... mi è venuta la pelle d'oca alla fine... che bello.

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